A cinque giorni dalle elezioni, in un martedì sera piovoso, Salvatore Marino e il suo gruppo di Gente di Jerago con Orago sono ancora in giro: gazebo in un piazzale di nuove case nella periferia del paese. «Tutte le sere, i sabati e le domeniche, con il sole e con la pioggia» dice divertito Marino. Solo nel periodo elettorale vero e proprio hanno fatto «venti gazebo».
«E poi abbiamo fatto tre serate molto partecipate, una su comunità energetiche, una su cultura, mobilità e sicurezza, l’ultima sul tema caldo dei rifiuti e pratiche di buona amministrazione» racconta Marino. Che insiste su un punto: «Noi siamo un gruppo vero, con tante competenze e tanto impegno messo da tutti, fin dalla campagna elettorale».
Dall’ultimo incontro cita subito il tema più”caldo” di Jerago. O quello su cui il suo gruppo più ha insistito: «Il tema rifiuti è molto sentito dalla popolazione, i cittadini sono irritati e c’è molta spazzatura in giro, tra quelli lasciati fuori perché non ritirati, quelli infilati nei cestini, quelli nei boschi».
La contrarietà al modello Coinger è stato un pilastro dell’attività di Gente di Jerago con Orago, in questi anni. Ma poi concretamente cosa fareste? «Sul nostro programma siamo chiari: porteremo al tavolo di Coinger questi problemi, vogliamo che si ritorni al vecchio sistema, passando alla tariffa puntuale ma solo sul sacco viola. Ci sono anche molte persone anziane che hanno forti difficoltà. Vedremo se ci ascoltano. Se non lo capiscono vedremo di servirci da un altro fornitore».
Al di là di questo tema, quali sono le urgenze del paese?
«Il grosso problema è il Comune, inteso come struttura operativa: abbiamo perso 12/13 dipendenti, per pensionamenti e varie ragioni. Ora bisogna assumere personale, bisogna rimettere in moto la macchina. Dovremo anche rivedere i regolamenti ormai troppo datati, per snellire la burocrazia: per troppo tempo non sono stati considerati».
Sul terreno delle opere pubbliche come vi muoverete?
«Non stravolgeremo progetti già messi in pista, come il ripristino del muro crollato in via Bianchi e il rifacimento del ponte di via Milano». Su cui si erano battuti, perdendo la battaglia per impedire il taglio degli alberi… «In via Milano gli alberi sono stati tagliati, ma abbiamo salvato il viale Rejna, che ora avrà bisogno di cura: una parte della nostra storia è salva, va portata avanti».
Continuità su alcuni progetti ma non su tutti: «Cambieremo sul progetto della Sala Civica».
Dettaglia Davide Biganzoli: «Rinunceremo al progetto previsto, per ragioni di fondi e di consumo di suolo. Al posto di questo intervento faremo un investimento sulle scuole e sulla pavimentazione della palestra della scuola di Orago». Se il progetto della Sala Civica voleva dare uno spazio più ampio e dignitoso, il gruppo Gente di Jerago vuole comunque intervenire «installando l’aria condizionata nella attuale sala consigliare».
Sul fronte del sociale, «gli anziani si lamentano della assenza di spazi di socializzazione» dice Daniele Baj. Tra le possibili risposte, dice Mara Tamantini, «pensiamo alla Palestra a cielo aperto per gli anziani al parco Onetto, che diventi anche punto di ritrovo tra generazioni diverse».
Proposta lineare su un altro punto, la Dote bebè: «Noi siamo favorevoli. Ma l’amministrazione attuale prevede la dote di 500 euro solo per chi è residente da più di 5 anni. Noi vogliamo togliere questo requisito rendendo accessibile la Dote anche per chi risiede da meno».
Altri temi? Il Pgt «da rivedere per tutelare i luoghi storici che abbiamo come viale Rejna, il castello, il cimitero di Orago». Le asfaltature su strade secondarie come via Castello, Donizetti, Foscolo. E poi la promessa di «trasparenza», che significa una critica all’amministrazione Aliverti: «La trasparenza non c’è mai stata, i cittadini si sono trovati le cose fatte senza che mai fossero state spiegate».
Altre priorità strategiche: «la Comunità Energetica Rinnovabile, non vogliamo perdere questo treno dei fondi dedicati». E poi l’idea di una «Partenariato Pubblico-Privato per l’auditorium con convenzione ad ampio respiro con la parrocchia».