«Io prediligo il contatto diretto, mi son sempre candidato solo nelle elezioni che prevedevano preferenza».
Giuseppe De Bernardi Martignoni non si era candidato alle politiche, dove c’era un “listino bloccato”, quattro mesi fa. Aveva annunciato l’intenzione di puntare sulle regionali. E alla fine è stato il più votato di Fratelli d’Italia: con 3200 preferenze, nel partito più votato. Andrà come consigliere regionale al Pirellone.

«Io ci ho sempre creduto, dopo tanti anni di militanza ero convinto a coronare la carriera politica che è iniziata nel lontano 1997» dice oggi, mentre è già in municipio per capire gli adempimenti (spoiler: vuole rimanere anche consigliere comunale).

«È stata una campagna elettorale intensa, ho conosciuto tantissime persone». Sui social si è mosso un po’ in extremis, il giusto. Per il resto ha battuto quartieri e singoli paesi, a suon di aperitivi e un messaggio semplice e diretto: una storia politica lunga, sempre all’ala più a destra del centrodestra. Insomma: perfettamente in linea con lo spirito di Fratelli d’Italia, ma anche distinto da chi in questi mesi sta salendo sul carro del vincitore (e non ne mancano, in Italia ma anche in provincia).

In due parole: coerenza e militanza. Più i bianchini al circolo: più che i locali del centro, sono stati i bar di periferia le roccaforti della campagna elettorale. A cominciare dal circolo di Cedrate e quello di Sciarè, presidiato un giorno ogni tre: se si usciva nel parcheggio sia scopriva che un avventore su tre non solo prometteva il voto ma si faceva anche propagandista (al pari dei collegi tassisti). [lefoto id=1372314]

Alla fine Gallarate ha dato frutto: «Devo ringraziare la mia Gallarate perché ho preso quasi mille preferenze: sapevo che dopo tanti anni di impegno a Gallarate sarebbe stato riconosciuto». De Bernardi Martignoni, in termini assoluti, è stato superato di poco a Gallarate dalla leghista Claudia Mazzetti, che però è finita dietro due giganti delle preferenze come Emanuele Monti e Francesca Brianza. In ogni caso, in casa Fratelli d’Italia Martignoni ha ottenuto il risultato più convincente, peraltro in un “derby” gallaratese con la collega di partito Francesca Caruso.

E gli altri 2200 voti circa ottenuti fuori da Gallarate? Frutto di mobilitazione “puntuale” di compagni di militanza di lungo corso, serate di gruppo con foto fatte male, niente luci da Instagram.
Nella zona della Valdarno – Jerago, Cavaria con Premezzo, Sumirago – ha fatto da coordinatore di incontri e aperitivi Salvatore Marino, un “fratello” per Martignoni, si son sempre spalleggiati l’un l’altro.

In elezioni con così pochi votanti portare a casa 50/100 preferenze da ogni cittadina diventa determinante.
«A Samarate grande risultato grazie a Ossola, a Cassano mi ha aiutato Dudi Franchin, con Luisa Savogin. Poi lontano da Gallarate, a Caronno Pertusella, sono stato aiutato da Silvio Maiocchi e Gianfranco Di Bitonto».

A Varese il sostenitore è stato Salvatore Giordano (altro della “corrente” di Martignoni). A Busto Arsizio si sono spesi Alberto Amato e Luca Rossi: due ex An che si erano accostati in passato al movimento di Giovanni Toti, oggi rappresentano l’area “centrista” del partito, comunque con radici nel partito degli anni Novanta. Insomma: un po’ l’area che Martignoni ha tentato di tenere insieme.
«Abbiamo creato una squadra, con persone che mi conoscono da tanti anni e altre che si sono unite, c’è stata una bella amalgama».

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Ottenuto il posto al Pirellone, adesso di cosa ci si occuperà? «Beh, il primo tema sarà l’ospedale: c’è una commissione che viene convocata a Gallarate, dovrà verificare che ci siano tempi certi per l’accordo di programma». Per il resto, l’enorme consenso del centrodestra lascia margine politico enorme per trattare la vicenda.

Oggi è presidente del consiglio comunale, aveva anticipato che avrebbe lasciato la carica: ma rimarrà in consiglio a Gallarate? 
«Sì, voglio rimanere consigliere, per rispetto di chi mi ha votato un anno e mezzo fa. Non prenderò più per Legge l’emolumento, sia chiaro. Mi dimetterò invece da presidente del consiglio, ma vedremo i tempi: stiamo valutando sul piano politico, faremo un incontro di maggioranza».

Va considerato che Fratelli d’Italia dovrò sostituire in maggioranza anche Francesca Caruso, assessore eletta anche lei consigliere regionale: le due cariche in questo caso sono incompatibili per legge, quindi servirà un nuovo assessore. Un cambio di assetto della giunta che richiederà di coinvolgere appunto tutta la maggioranza di centrodestra.