È stato un confronto sui temi sanitari quello che si è tenuto alla Cooperativa di Biumo e Belforte tra i candidati alle prossime elezioni regionali Samuele Astuti (a sostegno del candidato Presidente Majorino), Romana Dell’Erba (a sostegno del candidato Presidente Fontana), Luigi “Gigi” Farioli (a sostegno della candidata Presidente Moratti), Giuseppe Musolino (a sostegno della candidata Presidente Ghidorzi), organizzato da Cgil Varese, Cisl dei Laghi e Uil Varese, insieme alle categorie del Pubblico impiego e ai sindacati pensionati.

Al centro del dibattito la legge regionale 11 luglio 1997 n. 31, che ha riordinato il servizio sanitario regionale. Una legge che Gigi Farioli a suo tempo votò perché dal 1995 al 2005 era in consiglio regionale. «Da liberalesno contento di averla votata- ha detto Farioli – perché permette al cittadino di scegliere tra pubblico e privato. Sono però inorridito per come in questi ultimi dieci anni la legge 31 non sia stata governata». Gli esempi che porta Farioli, relativi alla governance della sanità lombarda, sono tanti ma colpisce in particolare «il fallimento nella nomina dei direttori generali» e il «mancato coinvolgimento degli enti locali nella stessa governance», argomento su cui ritorna a più riprese.

Le domande preparate dai rappresentanti sindacali hanno toccato i punti nevralgici del sistema sanitario lombardo: il dualismo pubblico-privato, la mancanza cronica di personale, dai medici agli infermieri, i mancati investimenti nella sanità territoriale, il fenomeno dei medici a gettone, le liste d’attesa infinite.
«C’è una preoccupazione evidente – ha sottolineato Romana Dell’Erba – ma le risorse per potenziare la medicina territoriale ci sono, a partire da quelle che rientrano nella seconda tranche del Pnrr. Vanno potenziate le case di comunità e coinvolto attivamente il terzo settore. E poi c’è il tema della digitalizzazione della sanità che può migliorare ulteriormente il sistema nel suo complesso».

Samuele Astuti, consigliere regionale uscente e componente della commissione Sanità di Regione Lombardia, ha fornito alcuni numeri che evidenziano la carenza cronica di personale. «È un vero problema non solo regionale – ha detto l’esponente del Pd – In Lombardia mancano 9500 infermieri e almeno 1200 medici di medicina generale che sono costretti a fare più attività spesso di carattere amministrativo. Mentre la medicina territoriale è praticamente inesistente così come una programmazione degna di questo nome. Non dimentichiamo che su 24 miliardi di bilancio di Regione Lombardia, tre quarti sono destinati alla sanità».

Il dualismo pubblico e privato della sanità lombarda – su 238 ospedali 104 sono privati -, secondo Giuseppe Musolino, non dovrebbe nemmeno esistere. «Si sta allargando sempre di più la forbice tra ricchi e poveri – ha detto l’esponente di Unione Popolare – In Italia solo chi ha certezza di pagare può avere la certezza di avere esami in tempi accettabili: su 100 prenotazioni 28 cittadini optano per il privato. Sono sempre di più le persone che non riescono ad accedere ai servizi pubblici essenziali».