Gianluigi Farioli (detto Gigi) è stato sindaco di Busto Arsizio per due mandati e prima ancora è stato anche consigliere regionale (1995-2005). Oggi torna a candidarsi per un posto al Pirellone con la lista Italia Viva/Azione a sostegno di Letizia Moratti.

Una delle sfide più importanti che dovrà affrontare, se eletto, sarà quella della sanità con un nuovo ospedale da costruire tra Busto Arsizio e Gallarate e il vecchio che boccheggia da tempo con un futuro quanto mai incerto: «Garantire una sanità territoriale funzionante per tutti senza rinunciare ad un nuovo efficiente e moderno ospedale è la mia priorità. La sanità è e deve essere la preoccupazione principale del cittadino di fronte alla Regione non solo per quanto abbiamo visto durante la pandemia. La sanità pubblica deve essere garantita. Anche un liberale come me ha chiaro che lo Stato deve essere più presente dove necessario e meno dove possibile».

Per Farioli vanno reperite tutti i finanziamenti possibili per garantire libertà e parità di accesso alle cure e se la prende con l’attuale governo:«L’80% del bilancio della Regione è sulla sanità.  Il Terzo Polo, come me, ritiene che il tema sia stato sottovalutato negli ultimi decenni. Oggi l’Italia è tra gli ultimi per investimenti e per questo ritengo sia criminale ciò che ha fatto questo governo che ha rinunciato a 38 miliardi del Mes per la sanità in un momento in cui il tema è prioritario ed emergenziale».

Nell’area di Busto Arsizio il tema è importante da più di 5 anni: «Il progetto dell’ospedale nuovo e la riorganizzazione dell’offerta sul territorio sono un’emergenza a cui dare risposte pronte. Nel 2015 realtà comunali di colore diverso iniziarono un percorso che coinvolse tutti per un nuovo ospedale di eccellenza. L’inettitudine e l’inerzia della giunta Fontana ci ha tenuti al punto di partenza. Ora siamo di fronte al crollo verticale delle eccellenze e la conseguente fuga dei medici dai presidi di Busto e Gallarate. Ho sollecitato sempre e da ogni posizione di mettere da parte le logiche di partito e le battaglie di retroguardia. Sono convvinto che le scelte vanno fatte con gli operatori sanitari: dimenticati quando si tratta di decidere ma osannati durante la pandemia. Non possiamo permetterci di far scadere ancora l’accordo di programma». Farioli salva solo il periodo in cui l’assessorato al Welfare è stato ricoperto da Letizia Moratti: «A lei si deve il successo della campagna di vaccinazioni. Ha avuto il coraggio di cambiare collaboratori e metodi di gestione portando la Lombardia da ultima a prima».

Infine uno sguardo sulla riforma della sanità in atto: «Nella parte della medicina territoriale va risolto il problema. Va valorizzata la medicina di fiducia, gli infermieri di quartiere. Non a caso il modello delle case della salute lo inaugurai io, da sindaco, a Borsano. Se si spendono i soldi del Pnrr per le infrastrutture poi vanno previsti gli investimenti mancano far funzionare le strutture perchè non siano scatole vuote».

Altro tema molto sentito dagli elettori lombardi è quello del lavoro: «La Regione può lavorare su diversi fronti. In generale deve creare le condizioni perché le aziende investano. La Moratti è andata di recente a parlare a Londra dove molte aziende stanno andando via dopo la Brexit. È l’unica tra i candidati che ha il profilo per andare a parlare all’estero: ricordiamoci che lei ha portato qui Expo e gli effetti positivi di quell’impresa si vedono ancora oggi. La Regione può incidere anche sulla formazione: lavorare sull’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Sono favorevole a privilegiare investimenti diretti ad aziende e gruppi che sono in grado di formare».

Ambiente e trasporti sono due grandi temi in cui la Regione può giocare un ruolo: «Siamo una delle zone d’Italia più inquinate in Italia e in Europa. Fino a qualche anno fa veniva ipotizzata la risposta della decrescita felice. Oggi finalmente si è capito che l’alternativa vera è puntare sulla crescita sostenibile. Economia, finanza e ambiente devono andare insieme così come la transizione digitale e la transizione ecologica. L’economia circolare è la filosofia corretta perchè punta alla crescita. Regione Lombardia deve incentivare l’investimento green con una politica energetica coraggiosa: giusto investire moltissimo nelle energie rinnovabili ma non si può non pensare che il nucleare di nuova generazione non sia tra queste. I Verdi in Germania e anche i ragazzi di Friday for future stanno cominciando a dire che la ricerca sul nucleare sia importante oggi».

Infine un appello del candidato a tutte le forze politiche su due temi: «Ci sono due temi in cui la società lombarda si è dimostrata avanti. Il primo è la responsabilità sociale dell’impresa: Confindustria Varese e Camera di Commercio hanno avuto più coraggio di molti politici, basti pensare al progetto People  o al Social progress index lanciati da Confindustria. Deve diventare un obiettivo della politica occuparsi di questi temi. Il secondo tema è riprendere in mano la necessità di una legge regionale sull’indotto di Malpensa, un approccio abbandonato ad inizio anni 2000. Oggi si parla di masterplan ma manca una logica di approccio sulle infrastrutture, la ricettività, le aziende. Non si parli solo di sedime».