«Ho 64 anni e mi occupo da una vita di ambiente e di strumenti di governo del territorio, e ho avuto la fortuna di fare un’esperienza politica in una lista civica nel paese dove risiedo, a Morazzone, dove sono stato assessore all’Urbanistica e all’Edilizia privata e consigliere di maggioranza». Si presenta così Alberto Steidl, architetto e candidato come consigliere regionale nelle liste del Movimento 5 Stelle che sostiene la corsa di Pierfrancesco Majorino alla guida della Regione.

Quali sono i motivi della sua candidatura?
«Sono iscritto al Movimento 5 Stelle dal 2011 e sono stato attivista negli anni passati, e mettere a disposizione la mia esperienza lavorativa per la collettività, per il bene comune, è una cosa che mi ha sempre affascinato».

Come va la campagna elettorale?
«Sto conducendo una campagna elettorale abbastanza spartana che fa molto affidamento con l’interazione degli utenti sui social dove c’è la possibilità di confrontarsi ma anche di avere percorsi di approfondimento sulle diverse tematiche soprattutto legate all’ambiente».

Nel vostro simbolo si parla di “un’altra Lombardia“: a cosa si riferisce questo slogan?
«Al fatto che un’altra Lombardia è necessaria perché, stando sempre sul tema ambiente, la Lombardia, è la regione più inquinata d’Europa che vanta il tristissimo e drammatico primato delle morti premature per inquinamento, per cui questo è “il“ tema, per cui fino ad oggi purtroppo non c’è stato quel cambiamento che da anni auspico, come attivista del Movimento 5 Stelle, ma anche come presidente del “Comitato ripuliteci l’aria“, che presiedo. Anzi, oserei dire che negli ultimi anni ci sono stati dei peggioramenti su questo fronte».

[lefoto id=1369833]

E il consumo di suolo? Come sta la Lombardia?
«Un punto su cui davvero stiamo andando alla deriva è proprio questo. Mi viene in mente l’esempio di Malpensa dove per l’espansione dell’area Cargo rischiano di sparire 40 ettari di brughiera. Questo del consumo di suolo è un tema che va a braccetto con la questione della qualità dell’aria».

Ma è possibile preservare posti di lavoro e allo stesso modo preservare l’ambiente? Che ricetta propone?
«Quella del miglioramento della qualità dell’aria e della decarbonizzazione della Lombardia è un’occasione anche rispetto all’incremento dei posti di lavoro se pensiamo che l’ecobonus 110% a livello nazionale ha fatto salire il Pil con incrementi che non si vedevano da decenni. Secondo me la ricetta potrebbe essere quella di reintrodurre il bonus 110%, in Lombardia: il 90 per cento lo dà lo Stato perché è già legge dello Stato (oggi il 110 è stato ridotto al 90%), e il 20% ce lo potrebbe mettere la Regione. Così si potrebbe riaprire quella strada che è stata purtroppo bloccata anche dalla problematica dei mercati dei crediti e dei crediti fiscali che il superbonus concedeva».

Uno dei temi molto dibattuti riguarda la partita dei trasporti: cosa fare?
«Di certo non gettare altro cemento, non distruggere altro suolo con collegamenti stradali inutili: il Nord Italia ha una concentrazione di strade e autostrade che non ha pari in Europa, quindi non ne servono altre. Meglio potenziare il trasporto su ferro».

Il Covid è stato un banco di prova importante per la tenuta del sistema sanitario lombardo: cosa c’è che non va?
«Purtroppo abbiamo assistito in questi ultimi vent’anni ad uno sgretolamento della sanità pubblica, cominciato con la diminuzione dei fondi a disposizione per trasformarsi nello smantellamento della medicina di base e della medicina territoriale e nella carenza di medici di base. Si assiste ad una stortura da sanare ed è necessario privilegiare la struttura pubblica».

Uno sguardo al futuro passa attraverso i giovani: quali sono le proposte su questo tema?
«È una questione importante che va affrontata a livello globale, quindi in ottica nazionale, ma a livello regionale quello che si può offrire ai giovani sono appunto posti di lavoro nell’impiego pubblico, quindi nella sanità nella scuola; questo lo si può fare, ma naturalmente i giovani devono essere formati devono essere preparati. L’ideale è un intervento per evitare le delocalizzazioni di aziende che intendono investire all’estero».