Circa 150 persone per Pierfrancesco Majorino, candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali, a Busto Arsizio.

La sala Tramogge dei Molini Marzoli si è riempita di cittadini che cercano un’alternativa a decenni di governo regionale del centrodestra.

Al centro del dibattito c’è stato un tema sentitissimo che rappresenta la gran parte del bilancio del governo regionale, la qualità del servizio sanitario in Lombardia dopo 5 anni di amministrazione Fontana che ha seguito il solco dei governatori precedenti nonostante una pandemia che ha mostrato la debolezza di un sistema misto pubblico-privato incapace di coniugare esigenze stringenti e qualità delle prestazioni.

A fare da padrona di casa la candidata consigliera Valentina Verga che ha sottolineato il problema sanitario in un territorio che sta dismettendo due ospedali (Busto Arsizio e Gallarate) in cambio di una nuova struttura a Beata Giuliana, un investimento di oltre 500 milioni di euro: «Chi va in ospedale a Busto oggi non sa quello che trova. Ogni giorno veniamo a conoscenza di medici che se ne vanno e sono sette anni che si parla di nuovo ospedale».

Verga ha anche fatto cenno ad altre grandi questioni che si trascinano da tempo: «Abbiamo il problema dei ritardi di Trenord con migliaia di pendolari che soffrono ogni giorno i ritardi e la questione della sicurezza delle stazioni. Abbiamo il problema Aler con 1800 appartamenti dei quali 100 non occupati».

Verga poi spiega cosa l’ha colpita del programma di Majorino: Ha messo nel programma il forum del terzo settore, l’eliminazione delle barriere architettoniche, l’attenzione per gli anziani».

Spazio anche a Massimiliano Balestrero di Europa Verde: «La giustizia ambientale è giustizia sociale. Serve indagare sull’aria che respiriamo e sull’acqua che beviamo per poter prendere decisioni. L’accesso alle cure sanitarie deve essere uguale per tutti davvero. Solo con la programmazione si possono cambiare le cose. La proliferazione di strutture private rottama la sanità pubblica».

Parola, poi, al candidato Leonardo Tomasello: «Sono medico di base del pronto soccorso di Gallarate. Siamo in sofferenza e il consigliere Astuti è stato uno dei pochi ad avvicinarsi a noi. Viviamo una sanità pubblica ridotta al lumicino a causa di una serie di riforme che hanno funzionato solo sulla carta. C’è una continua riduzione di servizi e posti letto».

Per i 5 Stelle, che sostengono il candidato del Pd, ha parlato il candidato Massimo Uboldo: «Manca la pianificazione su qualsiasi tema. Dalla sanità all’inceneritore, all’Hupac non esiste una previsione di come andranno le cose».

Samuele Astuti, consigliere regionale uscente, entra nei temi caldi che ha affrontato e studiato in questi anni: «Un lombardo su nove rinuncia alle cure per colpa del sistema regionale. La retorica della migliore sanità d’Italia non può andare avanti quando manca qualcosa nel mezzo, una richiesta sanitaria di base e banale che dirotta sul Pronto Soccorso dove si creano grandi tensioni. Manca la programmazione e la regione è per definizione un ente programmatorio. Abbiamo 26 cardiochirurgie eccellenti perché si continua a guardare le prestazioni e non il diritto alla salute».

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Infine ha parlato Maiorino: «C’è grande bisogno di cambiamento in Lombardia. Servono passione ed energia dopo 30 anni di centrodestra. Noi ce la giochiamo per vincere. Mai avrei immaginato di arrivare a questa campagna elettorale in queste condizioni. Abbiamo grandi eccellenze ma senza un sistema politico di eccellenza. La salvaguardia dell’interesse pubblico è il faro da seguire. Le liste d’attesa che ti spingono a pagare in sanità sono il grande fallimento. Vogliamo mettere mano dalla medicina generale e dei pediatri fino alle case di comunità (che oggi sono solo targhette a casaccio). Questa è la nostra sfida. Ho sentito parlare Fontana e Moratti delle criticità di Aler, sanità e Trenord. Ho pensato a casi di omonimia, ma non erano loro a governare? Abbiamo una Regione chiusa nell’ autoreferenzialità. La grande carta del centrodestra è Romano La Russa, Gallera e altri. Noi dobbiamo impedire questi ritorni».

Majorino prosegue sul tema della casa, altro settore fondamentale per il governo regionale: «E’ mancata una politica pubblica sull’abitare anche nel centrosinistra. Dobbiamo essere noi Lombardi ad accendere un faro innovativo su questo tema. Dobbiamo essere noi a dire che serve una casa per tutti».

Sull’ospedale unico Majorino non mette paletti: «Facciamolo ma chiediamoci che tipo di progetto vogliamo. Deve essere sostenibile».

Sul trasporto pubblico ha un’idea chiara: «Rendiamolo gratuito per gli under 25. Abbiamo una popolazione universitaria enorme che non viene presa in considerazione».

Infine un passaggio sulla presenza delle organizzazioni criminali nella regione: «Basta dire che le mafie non sono in Lombardia. Pensano di fare un regalo ai cittadini e invece lo fanno ai mafiosi. Non si tocchino le intercettazioni».

Applausi per il candidato dalla sua base elettorale. Basterà per vincere? Forse no ma a questo punto la palla passa ai rappresentanti locali del centrosinistra da troppi anni avvezzi a subire sconfitte nelle urne. Servirà un grande lavoro di ricucitura per una sinistra troppo abituata a lasciare la palla nel campo avvversario.