“Mi ha fatto moltissimo piacere essere a Varese per il falò di Sant’Antonio e confesso che non mi aspettavo così tanta gente”.

Pierfrancesco Majorino è arrivato a sorpresa poco prima dell’accensione e dopo aver vissuto il clima festoso in piazza della Motta, è andato stringere la mano agli alpini che avevano preparato il vin brulè nella loro sede a pochi passi dal falò.

“È una tradizione incredibile – ha proseguito Majorino – ed è bello esser stato qui in una città che dimostra la sua voglia di fare, operosità, spirito solidale e che si interroga sul suo futuro. Mi ha fatto piacere incontrare il sindaco e tanti amici. In una occasione di questo tipo i desideri prevalenti sono quelli dei valori, dei principi, di un mondo di pace e più giusto e poi spero di portare un bel cambiamento in Lombardia”.

Varese per una serata è stata così al centro dell’attenzione anche del mondo politico, ma dove la vera protagonista è stata la tradizione più classica con la devozione a Sant’Antonio e le attività dei Monelli della Motta. Un appuntamento ben conosciuto dalle istituzioni e da tante personalità della vita cittadini. Insieme a monsignor Panighetti c’erano il sindaco Galimberti, il presidente Fontana, l’assessore all’ambiente di Regione Lombardia Raffaele Cattaneo, la vice presidente del Consiglio regionale Francesca Brianza, i consiglieri regionali Samuele Astuti, Emanuele Bianchi, Giacomo Cosentino e tanti altri amministratori.